sabato 22 ottobre 2016

Step 08: Il bianco e la superstizione

Il colore bianco si ritrova in molti proverbi italiani, uno di questi è: "Anche le mucche nere danno il latte bianco.", proverbio toscano che sta ad indicare l'uguaglianza tra tutti gli individui: uomini e donne, poveri e ricchi, bianchi e neri. Questo colore è presente anche nella credenza popolare, espressa da questo detto "Bianco gelo, d'acqua è messaggero.", in cui si vuole evidenziare l'ipotesi che quando la gelata notturna imbianca completamente la campagna è segno di pioggia per il giorno successivo.
Persino per sottolineare l'importanza di andare oltre l'apparenza e la superficialità delle cose, è utilizzato il colore bianco, che nel proverbio "Tutto il bianco non è farina." sta ad indicare che non tutto ciò che sembra possedere determinate caratteristiche, in realtà le contiene pienamente.

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Tra le credenze popolari più note, ve ne sono alcune che riportano il colore bianco come simbolo di buon auspicio, per esempio le ragazze in cerca di marito solevano rompere un uovo in un bicchiere di acqua (veniva utilizzato solo il bianco), se il bianco si modellava in forme strane di sicuro vi sarebbe stato un matrimonio, nel caso in cui il bianco si depositava sul fondo l’esperimento era nullo. Anche sognare un prete vestito di bianco è di buon auspicio, vestito di nero rappresenta il diavolo, oppure depositare le margheritine gialle o bianche  davanti alla porta di casa nella giornata del Primo Maggio, è segno di fortuna, di prosperità e di ricchi raccolti.
Sebbene al colore bianco si associno sempre significati positivi, nella cultura popolare esso è dotato anche di un'aura portatrice di sventure. Infatti sognare l'uva bianca è segno di future sofferenza e di lacrime, come anche sognare di sposarsi in abito bianco indica la morte di un parente.

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Il bianco anti-flash può essere ricondotto alla luce brillante e luminosa di un fulmine; ed è proprio su quest'ultimo che ricorrono alcune leggende. Vi sono pietre di colorazione verdastra e forma affusolata ritenute dalla credenza popolare esito della caduta dei fulmini, e per questo utilizzate fino a tempi recentissimi come difesa dai danni alle coltivazioni provocati dai temporali. Si tratta in realtà di lame e di asce risalenti al neolitico, la cui produzione fu particolarmente abbondante nel basso Piemonte da dove venivano esportate in gran parte d’Europa. Nel basso Piemonte vi era la credenza che si ispirava alla leggenda che attribuiva l’origine di questi strani oggetti in pietra e di forma affusolata ritrovati talvolta nel terreno dai contadini, alla caduta dei fulmini sulla terra. Ancora oggi oggetti in tutto simili vengono prodotti in Nuova Guinea da popolazioni che vivono secondo costumi simili a quelli.

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